Continuiamo a percorrere il picco piatto sempre in alta quota della curva pandemica. La discesa non si intravede. Oggi riporto solo una notizia. È una fotografia che rappresenterà il Covid-19 nei libri di storia nel futuro. Così come fu l’issare della bandiera americana sull’isola di Iwo Jima che segnò la fine della seconda guerra mondiale per il Giappone e la falce e il martello sul Bundestag a Berlino. La fotografia mostra una ventina di pire funerarie fiammeggianti in New Delhi. L’inquadratura fa supporre si tratti di un campo ben più vasto. Negli ospedali manca l’ossigeno e sono invasi dai malati, per le strade persone boccheggianti in cerca d’aria. Il governo sta attivando nuovi punti di produzione di bombole, mi pare piuttosto in ritardo.
Un commento: la descrizione visiva della fotografia mi ricorda quando Manzoni racconta dei giorni di peste a Milano nei Promessi Sposi. Lo stesso pathos, la stessa finitezza dell’umana superbia.
PS. Sono le 7 del mattino del 28 aprile e ho appena avuto notizia diretta da un conoscente indiano, Deeraji, lui e famiglia stanno bene ma a New Delhi è un incubo. In una città più a nord, Hisar, Sourabh si è ammalato, ora è guarito, un altro conoscente, Kamal confida e spera finisca presto.