Poco da dire se non ripetermi. Invito a visualizzare nello scorrere dei prossimi giorni tre aspetti degli avvenimenti.
1. Le forniture dei vaccini. Sono un fenomeno pieno di incognite. È pur vero che sono state mal gestite, ma avremmo avuto problemi seri comunque, proprio per quel che rappresentano oggi i vaccini. Si tratta di un alimento, un cibo, di sopravvivenza di cui non c’è disponibilità per tutti. Questa è una condizione che porta l’uomo a gesti inconsulti. Dante ha scritto versi memorabili su questa condizione in cui l’istinto di sopravvivenza sopprime ogni dignità: “Poscia più che ‘l dolor poté il digiuno”, Inferno canto XXXIII.
2. La situazione pandemica è ancora in uno stato di stasi, perciò non dobbiamo illuderci che migliori con le nuove aperture. Uno dei dati utilizzati per definire i colori regionali è la presenza di 250 contagiati per 100.000 abitanti. Il fisico Battiston sottolinea che la zona bianca è caratterizzata da un indice di contagiosità di 50 contagiati per 100.000 abitanti dalla quale siamo ben lontani.
3. Sorprese sconosciute possono sorgere in ogni momento. Cito quella odierna la cui gravità va ben oltre il fatto intrinseco ma per gli scenari che possono crearsi. I vaccini cinesi sono poco efficaci! Molti di questi vaccini sono diffusi in tutto il mondo, in particolare in nazioni povere, dove si crea l’illusione di immunità e quindi di ritenersi liberi di tornare come prima, socializzare, viaggiare facendo muovere il virus con nuove varianti. Il gioco dell’oca. Si tratta davvero di una mina vagante.
Dal libro “Mi sono sbottonato” propongo la seconda puntata del diario/viaggio in Etiopia, pagine 175-178: un funerale, le chiese rupestri, la notte etiope, produzione di ciotoli, Yemrehanna Kristos. Perigeo. Etiopia, 2012. Seconda puntata.