Oggi mi limito a riportare la sintesi che i giornali danno della pandemia. Mezza Italia sta andando verso il colore rosso. Il Veneto si avvia all’arancione, i contagi odierni superano i 20.000.
Dal libro “Nonno parlami di te” a pagina 61 rispondo a due domande che riguardano la vita insieme alla nonna. La prima: “Andavate a ballare? Che musica era di moda in quei tempi? Ricordi la tua canzone preferita?
Il ballo mi era precluso a causa di un disturbo vestibolare da bambino, per cui soffrivo di vertigini. In più c’erano scarso interesse per quel tipo di divertimento. Avevo altri interessi. Alla Franca sarebbe piaciuto, fu molto comprensiva nel rinunciarvi. Un capodanno andammo ad un veglione allo Storione, il miglior albergo di Padova allora, negli anni cinquanta. Fu una noia mortale. Un altro capodanno fu in montagna a Dobbiaco, anche qui non mi sono proprio divertito. Della musica non saprei dire, in quel tempo ero preso dal coro di canti di montagna, tutta la compagnia era immersa in quelle armonie,che ancora oggi sono motivo di nostalgia per quei tempi spensierati. Io e la nonna facevamo un duetto con la canzone Castel Toblin ride la luna Ciara – sora Castel Toblin – mi ‘ncordo la chitarra – ti ‘ncorda ‘l mandolin…
La seconda domanda: “Quando vi siete sposati e dove? Ricordi come è stato il vostro matrimonio? Siete andati in viaggio di nozze?”.
Ci siamo sposati nel 1958, il 26 aprile, nella chiesa dell’Immacolata al quartiere Portello dove è nata la nonna. La cerimonia ci commosse, stavamo iniziando l’avventura della vita. Fu però smorzata da un contrattempo. Giorni prima del matrimonio ho avuto una colica renale per la quale fu ricoverato e dimesso il giorno prima dell’evento, condizionato però dal fatto che il giorno dopo sarei dovuto tornare in ambulatorio per un controllo. Proprio per questo abbiamo dovuto rinunciare al viaggio di nozze che con tanta cura avevamo preparato. Pazienza.