Covid. Oggi è il giorno della memoria. Il 18 marzo 2020 nel cimitero di Bergamo si erano accumulate un gran numero di bare, non c’erano più spazi disponibili. Il forno crematorio era in continua funzione. Le autorità hanno chiesto l’aiuto dell’esercito per il trasporto dei feretri in località lontane disponibile alla trista operazione della cremazione. Si formò così una colonna di camion militari che all’imbrunire di quel giorno si mosse con il tragico carico, attraversando la città deserta e togliendo ai familiari la possibilità di dare ai loro morti un gesto di pietà, un dolore sovrapposto al lutto. Un momento tragico che rimarrà negli annali della storia del paese a ricordarci questa “piaga d’Egitto” moderna che ancora non ci ha lasciato. Resterà nella memoria come i sacrari di guerra, Redipuglia, Montegrappa, Asiago e piccoli cimiteri di guerra spersi tra le montagne.
La situazione pandemica oggi è vicina al picco della curva dei contagi con la conseguente scia di decessi. La speranza è che successivamente si vada a una rapida discesa della virulenza. Purtroppo l’aspettativa è complicata dalla sospensione del vacino Astrazeneca per ragione di cautela verso conseguenze collaterali avverse. Motivazione quanto mai plausibile. Quello che sconcerta è che la sospensione non è arrivata da un ente medico bensì dalla politica, il governo tedesco. Questo equivoco ci porta al panico. In giornata l’EMA, l’ente sanitario europeo preposto ai vaccini, darà il suo parere sul problema. Questo però aprirà un processo chiarificatore in quanto il fatto ha compromesso la credibilità sia dei governi che degli enti sanitari presso la popolazione. Tutto ciò in piena crisi sanitaria con i suoi morti e la disperazione economica della stragrande parte del popolo.