I giornali sono invasi dalla pandemia. La circolazione del virus è definita esponenziale, cresce il tasso di positività anche tra i minori.
A fronte delle cattive notizie, nei saloni del Titanic del vivere quotidiano si continua a ballare! Assembramenti, movida, risse, senza protezioni, in riva al mare, in negozi, bar, ristoranti. Fra qualche anno, a bufera superata, rileggendo il diario mi dirò: Sei sicuro di essere stato lucido quando scrivevi? Tanto sono assurde le cose scritte.
Per alleggerire l’odierno diario scrivo di una curiosa osservazione su una fotografia.
Ieri sera mia figlia Paola, da Sottomarina, mi ha inviato una fotografia che mostrava la luna che sorgeva dal mare: se ne vedeva solo metà, l’altra era ancora tra le onde. La visione era interrotta da una bassa lingua di terra che si protraeva sul mare, sulla punta della quale si delineava la leggerissima struttura di un faro con la lampada ancora spenta. Un minuto dopo una seconda fotografia mostrava il roseo disco lunare al cui centro c’era il puntino luminoso della lampada del faro e, appena segnata, la struttura del faro stesso.
Una coincidenza temporale davvero unica: il sorgere della luna, la presenza del faro che si accende proprio nel momento della sovrapposizione della Luna al faro e, ancora più improbabile, lo scatto fotografico di Paola dal punto di osservazione opportuno. Si può dire che si è trattato di un momento unico!
Contemporaneamente il fatto astrale mi ha ricordato come gli antichi hanno potuto misurare le dimensioni della terra. Avevo letto che gli egizi hanno definito le misure astrali partendo dalla misurazione dell’ombra di una colonna esposta al sole, in un tempo determinato da una clessidra, operando poi sulla geometria del triangolo. Da qui la durata del giorno, delle stagioni e via dicendo. Così faceva anche Ayla al tempo dei Neanderthal, la protagonista di una salg in 7 volumi sulla vita dell’uomo nella preistoria.