Se non fosse tragica dovrei smettere questa cronaca diventata monotona. I soliti 500 decessi giornalieri, i soliti 10 – 15.000 contagi nuovi, focolai qua e là, con varianti diverse: inglese, sudafricane eccetera. Così per vivacizzare la scena. Sarebbe grave assuefarci e subirla come una fatalità. Dobbiamo mantenere l’allerta.

Politica. La chiamata in campo di Mario Draghi ha sparigliato il già confuso panorama politico. Sembra sia arrivato un marziano tra i pigmei, i politici italiani. Temo però che questi nuovi pigmei, fermi all’età dell’ ossidiana, non siano in grado di capire il linguaggio del nuovo venuto, che dovrà innanzitutto inventare un canale di comunicazione adeguato alle scarse capacità intellettive degli interlocutori. Solo allora potrà risolvere i problemi di sopravvivenza dei piccoli umani. Finché non sarà attuato questo canale comunicante c’è poco da raccontare. Rimane un sottofondo di chiacchiericcio tra i pigmei. Forse ho offeso la tribù del deserto Harari? È depositario invece di antiche saggezza. 

Nota a piè di pagina: ho scoperto di essere quasi compaesano di Mario Draghi, si fa per dire. Il padre era originario di Padova, e nel nostro territorio ha mantenuto i contatti con le sue radici. Nel 1966, giovane ventenne, passa le vacanze nella villa paterna a Strà dove conosce la futura moglie, Serena Cappello di Noventa Padovana, ecco la compaesanità. Proviene, la Serenella, da un’antica e nobile famiglia veneziana legata anche alla famiglia dei Medici toscani, che ha la sua villa di lato alla parrocchia di Noventa. Ho memoria che alla fine della seconda guerra mondiale le truppe alleate hanno stazionato dinanzi le ville in centro del paese facendole quartiere di comando. Durante la mia permanenza in campagna dai miei nonni materni, sfollato da Padova per i bombardamenti, con mio zio andavamo a seminare con la seminatrice i campi dei Cappello.