Giusto un anno fa fu scoperto il primo caso di coronavirus in Italia a Codogno, Lombardia. In questi 365 giorni il tributo pagato è stato di 95.235 morti dichiarati dal protocollo medico vigente. La statistica ci darà il numero vero quando confronterà il numero di cui sopra con i decessi avvenuti mediamente negli anni precedenti. La stampa dà alcune valutazione e stima che si debba aumentare di una percentuale a due cifre. A voler affinare ancora più la stima, alcuni statistici sommano i mancati decessi avvenuti a causa della chiusura delle attività per il virus: incidenti stradali, sul lavoro e altro. Comunque è un resoconto provvisorio perché la cosa, funesta, è tutt’altro che finita e quando lo sarà dovremmo contabilizzare i postumi sulla salute dei guariti lasciati dal virus.
Nei giorni scorsi ho accennato all’invasione del malaffare nel convulso mondo degli acquisti sanitari da parte dello stato ma anche su quelli del libero mercato. In caso di oggi. Le mascherine U-MASK, quelle dei vip, vendute a 36,60 euro l’una, sono state messe fuori legge dal Ministero della Salute. Non entro nel merito, resto sul fatto così come appare. Dovrebbe il caso passare subito al vaglio di un tribunale di guerra, i morti lo giustificano, e dopo una rapida inchiesta passare alla condanna: esempio taglio della mano destra; l’amputazione del naso, l’uso di scarpe chiodate con la punta dei chiodi all’interno? Invece dopo 6 anni, la breve durata del processo, si chiuderà con un non luogo a procedere perché il fatto non sussiste!
Politica: il polverone non si è ancora posato, anzi con i 5 Stelle in subbuglio ci vorrà del tempo prima che torni la quiete. Con l’avvio del nuovo governo scopro quante cose le passate amministrazioni hanno spostato sotto il tappeto e che ora escono alla luce e vanno ad accumularsi sul tavolo del nuovo venuto, Draghi. Ne ricordo due che sono il simbolo del “farò domani” per dire “mai”: Alitalia e Ilva di Taranto. Aveva Conte 1 e 2 la soluzione quando stringeva le mani e mangiava con gli operai dell’Ilva? Encomiabile sotto l’aspetto umano, ma incapace a risolvere il problema decidendo di metterlo sotto il tappeto. Così dicasi per l’Alitalia, sbandierarne l’italianità è stato strumentale ai fini del consenso non certo la soluzione. Entrambi i casi ora passano di mano sovraccaricati dalla polvere raccolta sotto il tappeto.
Finora chi è stato il politico che ha avuto il coraggio di dire “le aziende che per ragioni diverse non hanno sbocco sul mercato devono cedere il passo”? Quello che hanno fatto i precedenti politici è stato di mostrare i muscoli, fare la voce grossa e svanire nel nulla.