524 decessi e crescono i contagi. Sono segnali alterni di incertezza del cammino del virus. Sulla crisi di governo emergono così tante complicazioni, con in più un’indagine della magistratura di una componente politica che poteva essere determinante per la sopravvivenza del governo. Su questa situazione non ho competenza o pareri per esprimermi. La confusione è sovrana. Continuo a proporvi il viaggio in India.
Gujarat. 11 – 27 novembre 2004. Settima puntata.
20 novembre 2004 Wankaner-Ahmedabad. Sulla città di Ahmedabad ho già scritto in “Un pomeriggio ad Ahmedabad” in questo diario. Dirò del tragitto, una magnifica autostrada divisa da un’aiuola fiorita, recintata. Quelli che sorprendono sono gli utilizzatori: poche auto e mezzi pesanti, molti di più i pedoni singoli o piccoli carri spinti a mano, in entrambe le direzioni di marcia. Gruppi di pellegrini con bagagli e vivande al seguito, qualche carro di fieno trainato da buoi o trattore. Contromano un grosso carro vuoto trainato da un cammello. Forse il camelliere pensava di essere più visibile contromano!
In prossimità di un paese che la strada divideva, sull’asfalto erano disegnate le strisce bianche di attraversamento pedoni e le due reti di recinzione erano tagliate e arrotolate lasciando un varco! Più avanti un cartello stradale, vero non di fortuna, allertava sul passaggio di mandrie di bufali. Anche qui le reti erano recise, sull’asfalto le peste di fango lasciate dai bovidi, l’aiuola con gli arbusti scomparsi per un centinaio di metri. Come si vede è ben riposto il messaggio pubblicitario che anni dopo girò per il mondo “incredibile India”. La città di Ahmedabad è ritenuta tra le più inquinate al mondo. Lungo le strade del centro frequenti sono i punti di ossigenazione, per poche rupie trovi una mascherina collegata a una bombola. Così per prendere fiato!
A Modhera per visitare il tempio del Sole costruito nel 1000 dalla dinastia Solanki. È il tempio indù più bello fino a qui visto, innumerevoli sculture finemente istoriate che si riflettono sul laghetto prospiciente. Quindi si va a Patan per la città sepolta e le rovine sul colle. Poi alla fonte Adalaj profonda ben cinque piani anche questa tutte istoriata di personaggi mitici. Una sola occhiata a Gandhinagar.
Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, numero 182