diario dalla finestra di casa Libro II Mi Sono Sbottonato!

16 gennaio 2021 “Viaggio in India”

16 Gennaio 2021

La situazione non cambia. Tutto il mondo è sotto assedio. 2 milioni le vittime di cui un milione negli ultimi tre mesi. L’Italia, sesta nel mondo per numero di decessi in numero assoluto e prima con la Gran Bretagna rispetto al numero di abitanti. Questi numeri dovrebbero farci riflettere sull’opportunità di non contestare le restrizioni in atto. Ritengo impossibile attenuare le attuali norme. Quello che possiamo fare è chiedere ai governanti una maggiore attenzione nella distribuzione degli aiuti economici a chi ha perso il lavoro e l’autonomia economica. Questa attenzione alla povertà è mortificata dai nostri governanti perché troppo impegnati in una inqualificabile diatriba politica che ci porterà a un peggioramento sanitario. 

Gujarat 11-27 novembre 2004. Quarta puntata.

Bhavnagar-Diu. È una lunga e travagliata trasferta, arriviamo a Diu alle 23.30. La prima tappa è Palitana, una cittadina da cui parte L’ascesa al monte sulla cui duplice cima sorge un complesso templare jain. Chiusi entro una possente cinta di mura sono sorti 860 templi, altri dicono più di 900. Data la ristrettezza degli spazi i templi sono stati costruiti gli uni sugli altri tanto che i viottoli che portano alle entrate a volte si svolgono sui tetti. Sono templi molto ricchi, in marmo bianco fastosamente scolpiti, svettanti nel cielo. Arredati da 10000 statue di divinità. La setta Jain è economicamente molto ricca, con i Parsi sono una potenza economica nel paese. Sono ritenuti i tempi jain più belli dell’India. L’afflusso dei pellegrini è più ordinato rispetto a Champaner, questo è dovuto anche al pensiero jain al rispetto della natura e degli animali, anche degli insetti. Usano la mascherina nel timore di aspirare qualche insetto. C’è maggiore pulizia. I templi si raggiungono con una scalinata di 3000 scalini piuttosto ampia. Frequenti le portantine in bambù sostenute a spalla da due uomini per il trasporto di anziani o di chi non è in grado di affrontare la gran fatica e il calore del sole, asfissiante.

Un incontro singolare: scendeva la scalinata un uomo completamente nudo colorato di bianco con la testa cosparsa di cenere, mi pareva, forse erano i capelli spruzzati di bianco. Anche qui famiglie complete, gruppi di giovani signori austeri in doppio petto e dame dai sari preziosi. Ora un siparietto. Tornati in città siamo entrati in un ufficio postale per acquistare dei francobolli. Ne è venuta fuori un’avventura burocratica che ho già descritto altrove e che sintetizzo, ci hanno dato una fattura in quattro copie carta carbone per il pagamento.

Sono le 16.30 e dobbiamo percorrere 120 km per arrivare a Diu, fu periglioso, questo vocabolo ho dovuto cercarlo perché desse l’esatta sensazione vissuta. Strade impercorribili per buche e traffico. Alcuni tratti erano in manutenzione, donne operaio portavano l’asfalto fumante entro cesti appoggiati sulla testa agli addetti a riempire le buche. Alle 18 il sole cala bruscamente ed è subito notte fonda come la pece. La circolazione che già prima era difficile per buche, sorpassi da brivido, incroci, mucche, pedoni, bici, Tuc Tuc diventa incredibile. Gli ostacoli di cui sopra non sono dotati di fari posteriori e pochi anche gli anteriori. A pochi chilometri dall’arrivo troviamo un posto di blocco, militari armati ci fermano, discutono. L’autista scende ed entra in un gabbiotto di legno male illuminato. Noi fermi senza la presenza dell’unico mezzo di comunicazione con quel mondo, l’autista. Dopo un bel po’ esce e riparte brontolando. Non parlava inglese, a gesti capiamo che ha dovuto pagare. Si trattava di un posto di dogana. La piccola isola di Diu, ex colonia portoghese ha uno statuto speciale per cui è uno Stato autonomo in seno all’India, come lo sono New Delhi e Goa. Finalmente in albergo alle 23.30, sfatti. Come di rito contrasti per avere le stanze pattuite e pagate e non finire in un sottoscala. L’importante è resistere e difendere la posizione.

Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, numero 182

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