Diari di Viaggio diario dalla finestra di casa Libro II

14 gennaio 2021 “Viaggio in India”

14 Gennaio 2021

Covid. I decessi sono 507. Ilvirus continua la sua corsa in tutto il mondo  in Italia nessun miglioramento in attesa dei risultati degli ultimi provvedimenti adottati, che sono però presi in rincorsa e non a priori. 


Gujarat 11- 27 novembre 2004. Seconda puntata. 

13 novembre. Con un volo interno ci trasferiamo a Vadodara da Mumbai. È il capodanno Indù, il giorno della festa della luce, dirvali. Ogni attività da noi prevista è chiusa, ci guardiamo intorno. Nei giardini scolaresche si propongono con canti, musica, danze, ovunque fuochi d’artificio anche di giorno. La città è nota per la numerosa presenza di mucche che vagano per le strade o semplicemente sdraiate sull’asfalto a ruminare creando ingorghi al traffico. Nessuno protesta. Caratteristica peculiare l’architettura, gli intarsi sui portali, finestre, poggioli, verande, architravi dei palazzi di fattura moresca/indù, testimoniano l’origine musulmana di questa città. Comunque tutto in uno stato di fatiscenza estrema, come sottolineato nella prima puntata. In un largo spazio circondato da alberi secolari dei ragazzi stavano giocando a cricket, sport nazionale, un giovane ci disse con orgoglio che in quel campetto polveroso era maturato uno dei più grandi campioni. Il campo di gioco era il cortile del palazzo del Maharaja, abbandonato e in disfacimento. Ovunque cumuli di marmi istoriati, velari traforati ricoperti di immondizie, la plastica vola sovrana. Non c’è dubbio che il clima monsonico caldo e umido contribuisce fortemente allo sfacelo delle parti in legno trascinando alla rovina la parte muraria.

14 novembre, terzo giorno di viaggio. In auto a Champaner, la meta è la collina di Pavagadh che si erge per 820 metri sulla campagna, sulla vetta della quale, rinchiusi entro le mura di cinta in rovina di un forte, ci sono dei templi jainisti oggetto di continui pellegrinaggi. In questi giorni di festa l’afflusso è impressionante. Il sentiero scalinato, perciò ripido è un susseguirsi ininterrotto di bancarelle da ambo i lati sopra le quali sono stesi dei teli a formare un tunnel entro il quale la folla si affatica a salire e un ugual flusso a scendere tra la polvere, il caldo, il vociare dei venditori. Dopo un’ora di salita nel pigia pigia siamo arrivati all’ingorgo. Avevano tentato di salire fuori sentiero, ma la ripidità del pendio e il fondo granuloso rendeva impossibile avanzare. Finalmente arriviamo al ponticello che scavalca un avvallamento. Solo la foto allegata dà l’idea dell’ingorgo. Il ponte è largo forse un metro e mezzo, lungo una decina, serve a far transitare la folla nei due sensi. Vecchi, bambini, lattanti e tutti a spingere, i più giovani a gomitate si facevano spazio. Agli imbocchi del ponte alcuni soldati armati di bastoni tentavano a legnate di tenere ordine bloccando gli invasati. Impressionante vedere una madre tenere il lattante oltre la sponda del ponte a far sì che il figlio non venisse schiacciato.

Decidiamo di rinunciare a raggiungere i templi e torniamo a valle con altrettanta fatica. Tanto fervore religioso è fanatismo incontrollato. Tornati a Chmpaner visitiamo la cittadina, è di origine islamica costruita nel 1400-1500, è un miscuglio di stili indù, jaim, islamico. Due magnifiche moschee. C’è pacifica convivenza tra le religioni.

Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, numero 182

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *