Una ricerca sulle origini e sull’evoluzione della Zedapa è stata svolta come tesi di laurea in “Scienze del Governo e politiche pubbliche” nell’anno 2011-2012 da Rita Schiavon.
Per leggere il testo completo scrivere a tonizedapa@gmail.com
Estratto dall’Introduzione:
“La popolazione del Veneto, già regione poverissima con un alto tasso di analfabetismo, decimata dalle epidemie di vaiolo e colera, al momento dell’annessione nel 1866 si trovò a condividere la situazione economica arretrata del Regno d’Italia rispetto ai paesi vicini, dove lo sviluppo della rete ferroviaria stava promuovendo l’investimento di capitali e favoriva l’industria e il commercio, provocando una trasformazione profonda della struttura economica.
Il progresso concomitante alla costruzione della rete ferroviaria nazionale, documentato nel biennio 1871-1873 dall’aumento della popolazione delle città, nel Veneto ritardò, per ragioni culturali in primo luogo. I pochi grandi proprietari terrieri gestivano un’economia prevalentemente agricola e gli imprenditori e i politici privilegiavano un modello conservatore, fondato sul controllo della società civile favorito dalla posizione moderata del ceto dei commercianti, che vedevano nell’avvento dell’industrializzazione una minaccia.
Nonostante già nel 1842 fosse stata inaugurata la ferrovia Padova- Marghera, che in seguito si sarebbe rivelata nodo cruciale per lo sviluppo della zona industriale padovana, le attività di tipo industriale erano per lo più circoscritte alle filande, ai mulini, alle cave con le fabbriche di laterizi, ai pastifici. Alla fine dell’800 le industrie padovane erano fabbriche di liquori, le Distillerie Italiane, la VOV Pezziol (1840) e la Distilleria Alberti (1860); la prima fabbrica italiana di automobili la “Società Italiana Bernardi” (1899)3, la “Società Veneta per imprese e costruzioni pubbliche” (1872) e le “Officine Meccaniche Stanga” (1920), fondate da Vincenzo Stefano Breda, la SAIMP (1904), l’UTITA di Este (1909), la Snia Viscosa fondata da Agnelli e Gualino (1920), la Rizzato (1921).
Rinviando nuovamente al Luzzatto per il dettaglio della situazione economica italiana alla fine dell’800, bisogna qui solo mettere in evidenza che la nascita della ZEDAPA nel 1897 si collocò nel contesto del riavvio della produzione industriale seguito alla crisi agricola, industriale e finanziaria del decennio precedente, guidato da un nucleo di imprenditori e finanzieri che saranno poi tra i protagonisti della storia economica italiana.
Esiste una bibliografia consistente sulla storia di altre aziende venete e sulla realtà industriale veneta del ‘900, mentre un’unica pubblicazione interamente dedicata all’azienda, “Il caso ZEDAPA. Analisi di una transizione”, pubblicata sui Quaderni di “Fabbrica Società e Stato” n. 1, pochi mesi dopo la liquidazione del 2 maggio 1978 fornisce un’analisi lucida che tocca tutti gli aspetti salienti della complessa vicenda.
Pertanto saranno analizzati i documenti conservati nell’Archivio Storico della Camera di Commercio di Padova, nell’archivio personale di Antonio Schiavon, dipendente dal 1946 al 1978 e nell’archivio di Angelo Polato, liquidatore dell’azienda, nonché documenti conservati presso gli Archivi del Centro Studi Ettore Luccini, presso l’Archivio della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, vari numeri della Gazzetta del Regno d’Italia, le biografie di molti dei personaggi coinvolti nella vicenda e infine, ma non perché meno importanti, le interviste rilasciate dai protagonisti: operai, impiegati, amministrativi e proprietà.
Questo lavoro è stato realizzato grazie all’intreccio delle loro storie, nel tentativo di raccontare, a distanza di tanti anni, il declino di un’azienda che non ha saputo, voluto, potuto stare al passo con i tempi.”