diario dalla finestra di casa

3 dicembre 2020

3 Dicembre 2020

Il tempo meteorologico è cupo, umido, indisponente. Il Covid continua il suo lavoro sia pur rallentando piano piano, esigendo il consueto numero di vite sacrificate sull’ara di coloro che non amano le regole. Molti menefreghisti quando escono dalle terapie intensive, il virus non li riconosce come suoi sacerdoti, si giustificano mogi mogi dicendo: non credevo fosse così tremendo. “Del senno di poi ne sono piene le fosse “, mai un detto fu più calzante. Sull’onda di un pur piccolo miglioramento pandemico ognuno rivendica spazio di maggior libertà. A dire il vero non sento genitori o coloro che remano contro comunque, a chiedere per i giovani spazi di divertimento, movida, balere, viaggi per i sacrifici alle chiusure! Vedi l’estate scorsa. 

Oggi ho mandato un messaggio WhatsApp nel gruppo “cugini del mondo”, la nostra cerchia familiare e qualche infiltrato che ci è più vicino.


“Miei cari, siamo già in territorio natalizio, come al solito vorremmo svolgere il rito dell’apertura dei regali. Non sarà così, ci accontenteremo di uno scartocciamento quasi virtuale, metteremo i regali ognuno sotto il proprio presepe o albero e “dalle Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno” la vigilia di Natale in diretta video li apriremo. Cosa dite? Volevo chiedervi di non farmi alcun regalo, la cosa non deve avere deroghe. In cambio vi chiedo un piccolo contributo monetario da inviare a quel ragazzo di cui ho scritto il 9 settembre nel “diario dalla finestra” e descritto nel racconto Viaggio in Etiopia a pagina 170 del libro “Mi sono sbottonato”. 9 settembre 2020


Come vedete è ben delineata la strategia natalizia dei ricongiungimenti familiari, parentali, consanguinei, affettivi, amicali e connessi vari senza far torto a nessuno.

Buon Natale e felice anno nuovo.

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