Covid: la situazione non è cambiata, non può, ogni cambiamento abbisogna di almeno due settimane, pertanto verso il 20 di novembre si vedrà. Rimane sospeso nell’aria il terzo incomodo, le divisioni tra le regioni e il governo centrale sulle restrizioni messe in atto. Se questo dissidio non si risolve, saranno guai. Un esempio per tutti: alcuni centri commerciali hanno deciso l’apertura festiva in violazione dell’ordinanza governativa. Ritengo il fatto altamente destabilizzante, se non represso si aprono le porte all’anarchia.
Oggi faccio una riflessione su una frase che mi ha molto colpito: “quando un vecchio muore è come bruciasse una biblioteca”. Non so di chi sia, so che è all’interno di uno scritto del filosofo Bruckner. Questo riferimento è uscito relativamente alla fragilità degli anziani al virus, quindi alla necessità di proteggerli. A questa lapidaria frase “quando un vecchio muore è come bruciasse una biblioteca”, soggiungo: visto che un vecchio più o meno anziano muore, sarebbe essenziale che dei libri rappresentati dalla sua memoria ed esperienza facessimo fare le copie per i futuri lettori. Oggi si direbbe mettiamoli su un disco rigido.
Per far ciò è necessario che quella biblioteca bruci/muoia più tardi possibile e, in seconda istanza, finché il vecchio è vivo ascoltarlo e memorizzare i suoi pensieri/libri.
Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, numero 187