diario dalla finestra di casa

26 novembre 2020

26 Novembre 2020

Maradona impera, le prime 11 pagina del Corriere della Sera a lui dedicate, nemmeno fosse stato il medico missionario Albert Schweitzer o Santa Teresa di Calcutta oppure Armstrong sulla luna. L’altra pagina di rilievo è la 31esima, dove si sottolinea la pubblicità sensuale su un canale TV di servizio pubblico proprio nel giorno contro la violenza sulle donne. La donna oggetto! Sulla sponda reale della vita a pagina 15 le 722 vittime Covid. Routine?!

Ora dò seguito allo scritto di ieri dedicato al genere femminile. Mi è stato posto il quesito: rifaresti oggi quello che hai fatto negli anni 60 relativamente alle donne? Seguito da altri che ho conglobato nella stessa risposta. Verrebbe da rispondere che il contesto sociale è drasticamente cambiato quindi non confrontabile. Provo a chiarire: l’assistenza sociale alla maternità e alla famiglia è migliorata. La cura della casa con i tanti nuovi ausili tecnologici e le diverse modalità alimentari hanno ridotto l’impegno femminile in casa. La denatalità, grave pericolo per la tenuta economica del paese, ha lasciato nel mondo del lavoro le donne almeno 10 anni in più rispetto agli anni 60. Il mondo del lavoro stesso grazie al progresso tecnologico e all’automazione è cambiato rendendo il lavoro femminile meno penalizzato. Non so se il contesto mi avrebbe aiutato ad elaborare soluzioni diverse. 

Racconto ora di un fatto vissuto nel 2005 all’interno di una piccola azienda di 15 persone. Ogni posto di lavoro non poteva avere un duplicato per sostituzione in caso di assenza, cosa che le aziende più numerosa si premurano di avere. Uno di questi posti era occupato da una signora che si è assentata per 4 anni con brevi rientri. Ha creato grosse difficoltà. Il titolare non è più caduto nel guaio. È da ritenersi maschilista? Questo evidenzia che la parità di genere non deve passare necessariamente per l’intercambiabilità anche forzata di compiti tra donne e uomini, ma anche attraverso quel bene riconosciuto che si chiama merito, conoscenza, competenza che maturano nell’ambito della cultura, la scuola.

Un esempio: nel mondo medico la suddivisione di genere è raggiunta, non lo è invece la possibilità di accedere facilmente ai vertici. Mi rifaccio a quanto detto ieri, è importante che nelle scuole entri il concetto del merito e non l’egalitarismo, che scalzi le baronie e ogni forma mafiosa. Spero di aver detto sulle donne al potere e di far sì che ciò si realizzi.  Che dire degli uomini? Certo porranno resistenza a farsi detronizzare. Sarà faticoso far dimenticare la memoria genetica di supremazia dell’uomo come dimostra la memoria dello sbadiglio. La violenza sulle donne è l’aspetto indotto all’attacco della supremazia maschile.

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