diario dalla finestra di casa

24 novembre 2020

24 Novembre 2020

Covid e non. Oggi trascrivo alcune righe di un articolo relativo al Covid che utilizza un esempio finanziario per spiegare il processo che garantisce la bontà del vaccino. Riporto il senso dello scritto: nella moderna società la nostra vita è basata sulla fiducia nelle istituzioni. Facciamo l’esempio dei soldi, le monete di tutti i giorni. Fino a non molto tempo fa una moneta era affidabile perché garantita dalla presenza nelle casse dello Stato di un corrispondente valore in oro. Ora non più, il valore di quel pezzo di carta è garantito dall’autorità pubblica che mantiene in equilibrio i conti dello Stato. Son successi casi, Argentina, di cattiva gestione e quel popolo pagò duramente. Da tempo cercavo di spiegare, con un esempio calzante, questo concetto a un giovane molto istruito, che non capiva perché non si stampasse cartamoneta per ridurre la povertà. Quanto segue forse lo spiegherà. 

Ora parliamo di vaccino. Il vaccino antivaiolo cambiò la storia ad opera di Jenner che, inoculando il vaiolo della vacca, da cui il nome vaccino, estirpò il morbo definitivamente. In altri casi la ricerca non riuscì, vedi epatite e AIDS, quindi è determinante che vengano rispettate regole stringenti nel mettere in  circolo il vaccino anti Covid, purtroppo questa precauzione contrasta con l’urgenza che l’epidemia esige. Ben vengano pertanto le cautele da più voci richieste, non per negare la validità del vaccino come unico risolutore della pandemia, bensì perché ci sia chiarezza in corso d’opera sui risultati fin qui ottenuti. Le analisi finali devono essere emanate da enti sovranazionali terzi e indipendenti da ogni lobby.

Mi è piaciuta l’affermazione del professor Crisanti: il vaccino non può essere un atto di fede bensì un atto di fiducia corroborata da scienza ed esperienza di essersi scottati le dita.

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