diario dalla finestra di casa

9 ottobre 2020

9 Ottobre 2020

Prologo: sono uscito per verificare come la gente ha recepito la posizione governativa alle norme, quasi, nuove di utilizzare le mascherine e distanziamento. Secondo: al timore dell’aumento del diffondersi del virus, non solo in Italia ma nel mondo. Terzo: al timore della repressione tramite le multe in caso di infrazione.

Inforco la bicicletta, unico mezzo di locomozione consentitomi, dato che non riesco a camminare. Con sorpresa trovo un particolare affollamento in tutte le piazze e lungo via Roma, molti studenti delle superiori sparsi sui tavolini esterni dei bar, poco proletari, e in gruppi di classi in via Roma. In Piazza delle Erbe un gruppo cantava con molta goliardia. Sembrava uno di quegli scioperi-occupazione di rito all’inizio dell’anno scolastico. L’uso corretto delle mascherine forse al 50%, per i comuni cittadini all’80%, il distanziamento inesistente. Mi sono detto che a Padova sono tutti matti! Invece no, ho visto sul giornale una foto della movida sui navigli a Milano. Evidentemente né legge né paura ferma l’incoscienza. Tanto meno la depressione, forse perché non c’è, tra la folla c’erano diverse pattuglie di vigili urbani e polizia, ognuno con il blocchetto delle contravvenzioni. A 1000 euro l’una si sarebbe potuto fare una fortuna per le casse municipali!

Giunto alla fine di via Roma, al ponte delle Torricelle, mi sono infilato per strade interne e mi sono rifugiato a casa senza andare a fare la spesa. Che dire? Italiani brava gente? Comandati e comandanti? Non è che il virus ha preso la via del cervello mutandone le capacità intellettive? Oppure è così se ti pare? Ho pensato al pifferaio magico dove incantati dalla musica i topi lo seguono incoscienti ad annegare nel fiume. Almeno i topi erano attratti dalla musica ma a noi, cosa ci attrae verso la perdizione?

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