diario dalla finestra di casa

27 ottobre 2020

27 Ottobre 2020

L’allarmante recrudescenza del Covid ci costringe a nuove restrizioni in casa, abbiamo rinunciato all’aiuto di due persone che accompagnavano la nonna alla passeggiata giornaliera e a farle qualche ora di compagnia. Le poche uscite possibili le facciamo in luoghi il più possibile solitari. Ugual regime per me. All’interno di casa ci siamo imposti la mascherina e il distanziamento con le persone terze indispensabili. Le mie redattrici mi hanno imposto una drastica riduzione di notizie relative al Covid. Temono che diventi un’ossessione che mi può sopraffare. Altresi l’oggetto di questo diario, che dura ormai da 255 giorni, è la pandemia, per cui mi limiterò a dare notizia dei fatti più eclatanti, mentre per quanto riguarda il giorno per giorno mi limiterò a poche righe, una specie di bollettino di guerra.

A proposito di bollettini di guerra faccio una deviazione. Avevo 5-6 anni e spesso era nella osteria della zia Norma, dove gli avventori ascoltavano alla radio notizie dal lontano fronte di guerra dell’AOI, Africa orientale italiana ex Etiopia. Nota: c’era allora in vendita una marca di sigarette con quel nome AOI. Nella mia vita ho fumato una sola sigaretta e fu una AOI, avevo 9 anni, vomitai. Torniamo al bollettino di guerra che ascoltavo e che poi collegavo alla “Domenica del Corriere” con i suggestivi disegni di Beltrame, noto disegnatore, che illustrava scene di battaglia tra i nostri soldati e i guerrieri neri armati di zagaglie. Non capivo granché ma mi incantavo. Poi con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale seguivo, sempre nell’osteria della zia Norma, i bollettini di guerra dalla Libia, altra colonia italiana.

Mi è rimasto nella memoria un dettaglio. Le nostre truppe e quelle tedesche erano in ritirata braccate dagli inglesi che avevano sfondato il ponte cirenaico. Il giornalista con voce stentorea interruppe il radio giornale per declamare un bollettino straordinario dal fronte “dur-rante la strategica rit-tirata delle nostre truppe un plotone di n-nostri val-lorosi combat-tenti hanno teso un agguat-to alle retrovie nemiche portandole allo scompiglio”. Io non capivo l’importanza di quel bollettino straordinario di guerra. Solo negli anni 1943-45 ho imparato a leggere il senso di quei proclami confrontandoli con i radiogiornali dal fronte opposto ascoltati clandestinamente. Ho riportato la storia dei bollettini di guerra per sottolineare il pericolo che troppe notizie, magari confezionate ad arte, possano confondere il “Popolo” portandolo al panico.

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