diario dalla finestra di casa

8 settembre 2020

8 Settembre 2020

La frase “l’8 settembre” è foriera di ricordi d’infanzia. 1943. Fu il giorno della disfatta dello Stato Italiano e del suo esercito, che pose fine formale alla seconda guerra mondiale per il nostro paese. Cominciò, però, la guerra in forma diversa. Clandestinamente contro i Tedeschi, prima alleati poi nemici, e la guerra fratricida tra opposte fazioni, partigiani e fascisti e tutti contro la fame e i bombardamenti aerei, e le rappresaglie armate delle fazioni.

Esco dai ricordi. Con il Covid comincia la scommessa sulla seconda ondata di contagio. Con l’apertura delle scuole e la ripresa delle attività produttive tra 2-3 settimane avremo il responso, l’esito della cartina al tornasole sul coronavirus. È vero che abbiamo il diritto di sperare positivo, ma anche il dovere di prevedere il peggio. Già ora corrono voci di studi segreti, che come sempre finiscono sul giornale (Corriere della Sera odierno), che prevedono per febbraio più posti in terapia intensiva. 

Cosa ci dice questo? Da un lato chiedere ai corvi pessimisti di non diffondere paure con grida “al lupo, lupo”, dall’altro imporre a negazionisti, sia quelli che apertamente dichiarano che il Covid è un complotto di chissà chi, sia quelli, e sono i più pericolosi, che a parole sposano la cautela ma nei fatti, alcuni clamorosi, si comportano come se il virus non esistesse. Costoro, per il fatto di essere esposti al pubblico attraverso i mezzi di informazione, vengono emulati nel comportamento provocando una miriade di contagi. Come fare a convincerli? Con l’ipnosi, con il carcere, con la frusta? Credo che il buon senso e il mio disprezzo non bastino.

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