Anche questo scritto è raccolto nelle “Minuterie letterarie”. È la parodia di un inno sacro dell’epoca. Il poeta evidenzia le assurde credenze del Popolo e ne fa scherno.
Il drago sacro – poesie di Po Chu-I 772-846 d. C.
L’acqua del lago nero è profonda e colorata di inchiostro; nel fondo, dicono, c’è un drago sacro che nessun uomo ha visto. Sul lago hanno eretto un altare e indetto un rito, le autorità. Un drago solo rimane un drago, ma gli uomini san farne un dio. Secca pioggia prosperità, pesti piaghe e disastri, tutto secondo quei paesani è opera del drago sacro. Gli offrono porcellini da latte e libagioni di vino, preci al mattino e doni al tramonto secondo consiglio mediatico.Quando il drago arriva, ah, fruscia il vento e sospira;
vola la cartamoneta, ah, ondeggiano gli ombrelli di seta.
Quando il drago riparte, ah, pure il vento si cheta,
la brace d’incenso si spegne, ah, le tazze e i piatti sono freddi.
S’accatastan le carni sui sassi dell’argine, scorre il vino fra l’erba;
di queste offerte non saprei quante ne tocchi il drago,
ma i topi dei boschi e le volpi dei monti sono ebbri e sazi ogni giorno.
Perché sono così fortunate le volpi?
Commento: mi è tornato in memoria questo antico libello cinese quale similitudine del diario di ieri 3 settembre: l’assalto alla tavola imbandita dei magna-magna. 1200 anni fa topi dei boschi e volpi dei monti, oggi i nostri politici.