diario dalla finestra di casa

3 settembre 2020

3 Settembre 2020

Sulla pandemia si evidenzia sempre di più una situazione non confrontabile con la precedente ondata dovuta a una diversa conoscenza del fenomeno. Allora non sapevamo, facevamo tamponi in fase di ricovero, e conseguentemente le fasce deboli, come paglia al fuoco, pagarono un prezzo altissimo. Siamo riusciti, a caro prezzo, a vincere la battaglia, quasi, contro il virus, con il coprifuoco totale. Ora con questa quasi “vittoria” ci ritenevamo immuni aprendo la porta alla tanto temuta seconda andata; già altri paesi ci sono ricaduti.

Quindi tutti gli indicatori ci dicono di stare allerta, e non conosciamo l’incognita della riapertura delle scuole. Nel frattempo dobbiamo implorare gli esperti epidemiologi di parlare con voce univoca per non dare spazio ai “cretinetti” di turno, leggi Briatore, di alimentare il liberi tutti. Nonché ai politici di lavarsi la bocca prima di aprirla! E cerchino, i politici, di mettere ordine a quanto dirò.

Dopo il successo ottenuto in Europa sugli aiuti finanziari, molte voci autorevoli per competenza specifica sostengono l’opportunità di usare queste risorse per funzioni espansive, per migliorare la produttività del sistema Italia. Dai vari ministeri sono stati proposti 600 progetti contenenti i pochi progetti di bandiera che si trascinano da sempre: Ilva, Alitalia, autostrade, alta velocità, certamente importante, ma poco si dice di scuola, produttività, competenze, mercato del lavoro, giustizia. Così facendo lasciamo spazio al pensiero – Landini – cassa integrazione a tutti gli ambiti lavorativi. Mi si passi la battuta di cattivo gusto, anche al lavoro nero. Trasformando la società in uno stato assistenziale. 

Che ne è stato della commissione Colao tanto declamata e subitamente messa in archivio? Ovvia fine di ogni idea innovatrice data in pasto alle fauci dei politici della prossima tornata elettorale, tesi solo a mantenere la poltrona e corroborata dalla burocrazia che ha l’obiettivo primario di non smuovere le acque costringendo tutti a lavorare e persino a competere con il rischio che emerga la legge del “merito”.

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