È il 29 settembre, martedì. Oggi solo un raccontino tratto dal libro “Nonno raccontami di te”, pagina 125: “Quali esperienze e insegnamenti hai ricevuto dalla vita?”.
Quali insegnamenti della vita? Da bambino vivevo in seno a una comunità sociale omogenea. Forse non vedevo le differenze che senz’altro c’erano. Non c’era invidia per chi aveva di più, o commiserazione per chi aveva di meno. Solo a quattordici anni, con la fine della guerra, ho cominciato a percepire le differenze sociali e quindi a chiedermi cosa fare per raggiungere un tenore di vita migliore. Mia mamma Emma aveva le idee chiare in proposito: devi imparare un mestiere, svolgerlo al meglio e poi leggere, leggere. Per un lungo periodo il giornalaio lasciava il giornale sul cancello di casa.
Ho fatto il servizio militare come cameriere in un circolo ufficiali d’alto rango. Ho capito che il modo per elevarsi passava per lo studio. Molti ufficiali provenivano da ricche famiglie, altri venivano della gavetta e io ho guardato a questi ultimi, che avevano realizzato i loro obiettivi in virtù di doti che anch’io potevo avere, buona volontà e studio. Su questa consapevolezza ho impostato il mio fare.
Ho capito anche che la realizzazione dei sogni è fatta da 1% di fortuna, 1% di genio, ma il restante 98% è sudore, fatica e spesso rinunce. Queste, accompagnate dall’onestà, che non è facile mantenere in un mondo di competizione spregiudicata, sono state le linee guida che ho percorso. Ciò che ho realizzato l’ho ottenuto nell’ambito di tali principi. Contestualmente non ho rimpianti per non aver realizzato di più. Penso di aver avuto la giusta mercede.
Lungo la strada del vivere ho dovuto fare il conto anche con altre considerazioni: i “se” e i “ma”… La sfortuna, l’ingiustizia, così come la malattia, possono essere contrastate, non eliminate. Con la buona volontà possono essere minimizzate. Serve anche una, per quanto possibile, serena rassegnazione. E, infine, chi ha il dono della fede troverà in essa conforto.