diario dalla finestra di casa Nonno, parlami di te

22 settembre 2020

22 Settembre 2020

“Nonno, parlami di te”, pagina 79.

Oggi la stampa è tutta presa dalle notizie relative alle elezioni, tutto il resto è accantonato. È facile ironizzare sottovalutando il valore del voto, ma le vicende che ci sovrastano dovrebbero essere prioritarie: il Covid, il dissesto economico! Invece per giorni dovremo sorbirci l’acclamazione di presupposte vittorie alle urne di tutti su tutti.

Mi rintano nei ricordi. Dal libro “Nonno, parlami di te” pagina 79. Domanda: “Quali sono i ricordi più belli di quando i bambini erano piccoli?”


Vederli crescere. Vuol dire vederli scoprire il mondo, la loro sorpresa per ogni cosa. Vederli dipendere da noi genitori e avere il loro affetto. Per noi genitori che avevamo vissuto il tempo, e per me in particolare con consapevolezza da adulto, dell’adolescenza rattristata dalla guerra in corso con le conseguenti precarietà. Quel tempo fu tirchio, avaro non solo dell’essenziale per vivere, il cibo, ma anche di tutte quelle cose che sono altrettanto importanti per un bambino, i giocattoli, l’allegria dei genitori e di chi ci stava intorno. Ogni adulto era costretto dalla precarietà alla ricerca di sopravvivere e non aveva certo il tempo da dedicare alla costruzione della persona dei figli; la meta di ogni giorno era trovare qualche chilo di farina o quattro patate. Ho ancora oggi la sensazione di non aver mai visto una caramella o un mandarino in quegli anni.

A fronte di siffatto stato di cose avere la possibilità di dare ai figli ciò che a me era mancato dava una gioia immensa. Forse abbiamo dato troppo, il troppo storpia, antico proverbio, sbagliando. Non me ne faccio però una colpa, era nell’ordine delle cose. Quando furono adolescenti cominciarono le difficoltà, ma non tali da toglierci la gioia di averli avuti. Più avanti ancora le difficoltà si fecero pesanti ma non tanto da toglierci le speranze.

Oggi posso dire che è valso ogni sacrificio averli avuti. Il tempo gran giustiziere e saggio decanta i ricordi tristi e lascia galleggiare le gioie che ci hanno dato e continuano a darci.

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