Oggi solo il racconto “Un lungo fine settimana in Basilicata tra Venosa e Matera”.
Il trasferimento da Padova a Venosa è da solo una scoperta. Sono 850 km lungo il litorale adriatico. È fondamentale seguire con gli occhi della mente il paesaggio che sfila veloce ai due lati della strada e posizionarlo continuamente nel contesto geografico, altrimenti non si è in grado di ubicare i luoghi nella storia, alle vicissitudini: Cagliostro e San Leo, la fortezza sua prigione e le grande casate medioevali. Il Rubicone che Cesare attraversa, da non confondere con l’altro imperatore Federico laggiù in Puglia nel suo poderoso castello. In altre parole, dotare la carta geografica di visioni per farla vivere. Si impara così ad intuire, vedendo un luogo nuovo, il contesto che lo contiene. Un esempio: è impossibile vedere scuri cipressi tra campi di girasoli e non pensare alle campagne senesi. Con i trulli il tavoliere delle Puglie!
Arriviamo quasi a sera a Venosa, in Basilicata. Dopo cena un breve giro di ambientamento.
All’indomani si comincia con l’imminente abbazia, basilica benedettina incompiuta del 1000 su un impianto precedente fra rovine romane: il grande duomo del ‘400, sotto il cui tetto nidificano una miriade di rondini a ridosso della gronda. Il castello mostra la presenza di Federico II.
Al lago di Monticchio, nel cratere del Volture, i resti della Chiesa di Sant’Ippolito. Verso Melfi le chiese rupesti. A Rapoli le sculture della cattedrale. Al lago Pesole il possente Castello federiciano. A Pietragalla le abitazioni interrate. Ad Acerezza assisitiamo ad un matrimonio con il folclore sempre vivace del sud. La chiesa rupestre di Sant’Antonio ad Oppido Lucano con un bel ciclo di affreschi.
Finalmente a Matera. Dopo cena un giro di contatto. Nel percorso odierno, una curiosità, sulla facciata di una chiesuola del primo medioevo era incastonata una formella scolpita di una figura femminile con una enorme vagina. Figure simili le ho ritrovate in Irlanda su frontoni di chiese medioevali ad evocare la fecondità! All’indomani visita a Matera tra i “sassi”, testimonianza del passato protrattosi fino agli anni ‘60 del secolo scorso con il feudalesimo e la gleba.
Magnifica e gratificante l’escursione nel parco della Murgia materana, il vallone Loe, la cripta del Camarino, Sant’Andrea, al villaggio neolitico Timonea
È stata una immersione in una natura vissuta dall’uomo!
Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, numero 128