Libro II Mi Sono Sbottonato!

Incidente alla nonna

23 Luglio 2020

Mercoledì 10 luglio 2019, giorno infausto, la nonna esce di casa alle 9 per la consueta passeggiata. Messa alla chiesa di San Canzian, quindi nel vicino bar per caffè, cappuccino, cioccolatino e lettura del Corriere della Sera, qualche chiacchiera con i soliti avventori che la omaggiano di caramelle e cioccolatini. Di solito verso le 11:30 torna per il pranzo.

In zona dietro Duomo inciampa su un gradino che non c’è, verificato, e cade come corpo morto cade. Leggera abrasione al gomito destro. Un giovane bello di nome Marco che sta cercando casa per studio, così mi dice, la soccorre. Marco la accompagna verso casa, altri lo hanno aiutato a sollevarla, cosa non facile, la seguono per un po’, poi lasciano. La nonna non mi ha telefonato, a ragion veduta. Arrivano all’angolo di via Tadi ed entra in bar da Gianni per cappuccino-caffè-giornale, ecco la ragion veduta. Liquida Marco. Verso 11.15 arriva a casa in anticipo e seria e compunta mi racconta il fatto. Con sussiego mi dice: “Se te savessi cossa che me xè capità, so cascà, ma no me go fato niente per fortuna”. Vedo le escoriazioni, Cerco il materiale per la medicazione, non c’è nulla, avevo da poco eliminato i medicinali scaduti. Spengo i fornelli e vado in farmacia. La ripulisco, faccio la medicazione, cosa di poco conto e mangiamo. Continua a dirmi: “So proprio fortunà a no verme fatto niente!”.

Comincia però a gonfiarsi e a sentire dolore. Concordo con Rita di sentirci all’indomani. La notte tempestosa, il gonfiore aumenta, metto il ghiaccio secco di cui scoppia il sacchetto bagnando divano, tappeto, vestiti, ovunque. Uno scompiglio. Alle 7 del mattino Rita la porta al pronto soccorso. Ritornano alle 17. Diagnosi: frattura al gomito destro e frattura di una costola. Ingessatura. Durerà 36 giorni, controllo per il 19 luglio con l’ipotesi che se non ci sarà una buona saldatura si dovrà operare. I giorni seguenti, pur con dolori ridotti, sono pittoreschi per le svariate soluzioni per poter uscire per la rituale passeggiata in piazza. È molto instabile e inciampa facilmente anche in casa, devo seguirla passo passo. Dopo un paio di giorni si rende conto che la cosa è ben più seria e non è da sottovalutare.

Il 17 luglio il fatto nuovo. Da giorni ha la tosse foriera della solita ricaduta bronchiale. La notte del 18 luglio lei a tossire, io come uno zombie a tentare di alleviare le convulsioni con miele e a tenere sotto controllo il braccio, ha un gesso semirigido. 19 luglio: al controllo risulta ancora fuori posto. Si rimanda a un nuovo controllo al 29 luglio che conferma di togliere il gesso al 16 agosto.  Il 16 agosto si constata che la situazione non è completamente risolta e rimandano a un nuovo controllo al 19 settembre. Nel frattempo magnetoterapia. Al 20 agosto ha dolori non tanto al gomito ma alla base del pollice che curiamo con antidolorifici. Il 26 agosto facciamo una consulenza privata: il gomito è guarito. Artrosi al polso. Inizia un percorso di terapia di riabilitazione che durerà tutto settembre. 

Nota: ci siamo organizzati per portarla ogni giorno fuori in piazza anche con l’aiuto della zia Pia. 6 settembre: la facciamo uscire tutti i giorni, chiusa in casa diventa insopportabile. Continua ad avere problemi di memoria e sbalzi d’umore, si acutizzano le fobie ad ogni costrizione, anche sul curarsi. Non vuol fare quanto suggerito dal terapeuta. 16 settembre: con oggi concludo la raccolta dati richiesti dalla dottoressa Bressan relativamente alla frattura nonché sulle deficienze mnemoniche di questo periodo. La frattura è guarita con 36 giorni di gesso per difficoltà a saldarsi. È rimasta una forte artrosi al polso e al pollice, in cura con magnetoterapia e manipolazioni presso Soncin. A casa rifiuta la ginnastica prescritta, la magnetoterapia è imposta. 

Sul piano memoria e/o confusione di idee cito ad esempio l’episodio di oggi, ma più o meno sono fatti giornalieri. 

Sto guardando il telegiornale. Mi chiede: che giorno è? Spengo il TG e dico domenica. Dopo un po’ torna e mi dice: sei sicuro? Spengo il TG, mi sono stufato, vado a letto a leggere. Mi chiede che giorno è? Dico domenica 15 settembre. Dice non è possibile perché nel suo libro di preghiere non c’è il Vangelo sentito in chiesa. Glielo leggo per confermare che c’è. Dopo un po’ torna con un calendario in inglese e mi chiede: cosa vuol dire Sunday? Domenica dico. Sperando di chiudere il suo dilemma le mostro il cellulare dove c’è la data, domenica 15 settembre 2019. Mi risponde, a me pareva convinta, va bene! Domani mattina controllerò su un calendario in italiano se è vero che oggi è domenica!

Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, numero 148

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