Yucatàn, 26 febbraio-2 marzo 2008. Terza puntata.
26 febbraio: Palanque-Campeche 367 km. Visita al museo: straordinaria la tomba di Pakal trovata nella piramide delle iscrizioni. Gli altri reperti tutti del sito di Palanque sono importanti e ben distribuiti e rappresentati in una struttura architettonica bella. Buona la strada Palanque-Francisco Escargega-Sabaucuy sul mare, golfo del Messico (residuo dell’impatto di un meteorite caduto milioni di anni fa). Lungo la litoranea pressoché deserta, spiaggia dalla sabbia finissima, sole implacabile, pellicani. Pranzato a pesci in solitudine. Campeche Poella cittadina coloniale spagnola, monumento dell’umanità. I forti sono inseriti nella muraglia di cinta. Vivace, centri sociali di ritrovo, ballo per handicappati, miliardi. I negozi però presentano le stesse chincaglierie trovate ovunque.
27 febbraio: mercoledì Edzema, c’è stato un grosso temporale che ha creato problemi (non ricordo di più) ricordo la visita a Edzema un luogo molto ben curato, i monumenti sono bene esposti.
28 febbraio: Campeche-Merida 178 chilometri. Uxmal, ricopio pari pari dal brogliaccio: il sito è bello, ben tenuto. La piramide dell’indovino è un capolavoro ben ristrutturato. Il quadrato delle monache e il palazzo sono ugualmente belli. Questo luogo mi ha particolarmente colpito. Caldo umido. A Merida ottimo albergo.
29 febbraio: la prima meta Dzibilhaltum. Giornata ventilata, finalmente un po’ di refrigerio. Il sito è poco conosciuto, molto esteso poche le strutture recuperate. Importanti sono le shilab=strade cerimoniali larghe fino a 12 m che collegano siti religiosi molto lontani come Uxmal. C’è una scalinata terrapieno, il più lungo del Messico. Nella struttura “32” nei giorni di equinozio il sole si infila nelle porte del tempio a dimostrazione della cultura astronomica. È un sito che promette molto con nuovi scavi. Ad una trentina di chilometri abbiamo raggiunto progresso una cittadina portuale sull’oceano, un lungo puntine di 7 km per l’attracco delle grosse navi turistiche portano migliaia di persone ai luoghi Maya.
A Xpacan un “cenote”, è una pozza d’acqua sorgiva profondo 60 m da sempre utilizzata. Sono caratteristici ne vedremo uno in grattato. Tornati a Merida siamo andati per negozi, nulla di originale.
1 marzo: Merida-Izamal-Valladolid 160 km qualche difficoltà ad uscire di città per traffico e assenza di indicazioni stradali, inutile inoltre chiedere informazione ai locali, non ho capito se non capiscono, non sanno o ci snobbano. Volevamo percorrere una strada secondaria per vedere piccoli paesi, le condizioni reali di vita. In un paesotto abbiamo trovato una grande chiesa francescana del XVI secolo. Le chiese in città, nelle campagne sono solitamente antiche, sempre dello stesso stile, dimensione e dotazioni interne.
A Izamal c’è una grande chiesa dedicata a Sant’Antonio da Padova circondata da un grande porticato a chiudere una ampia piazza ad un lato il convento altrettanto vasto. Della città Maya ci sono molte rovine e piramidi. All’epoca della conquista contava 20mila abitanti, una grossa comunità per questo i francescani decisero di costruire il convento al’interno della città stessa allo scopo di cancellare le divinità dei nativi. Notevole presenza di pellegrini. Il luogo è particolarmente venerato. Proseguiamo per Valadolid, simile a Merida, più piccola, molto vivace. Visitiamo la cattedrale, il convento di S. Lucia, sempre strutture francescane. L’albergo, vecchiotto, era una casa mobiliare in stile spagnolo, la migliore situazione ricettiva. Molte case sono disabitate segno che le condizioni economiche generali non consentono di soddisfare un numero maggiore di abitanti date le risorse disponibili. Eppure terra fertile, strade abbastanza buone. Penso che questo paese abbia problemi di coesione sociale, di obiettivi comuni a conciliare etnie diverse.
2 marzo. Chichén Itzá è un sito molto vasto ed importante del popolo Maya che va visitato. È invaso di folla che toglie ogni suggestione, ogni immaginazione di come erano vissuti questi siti. Non c’è dubbio che rappresenta un momento felice della civiltà Maya. È difficile fare confronti, paralleli con le civiltà europee, asiatiche e medio orientali. Ek Balam si è presentata in modo decisamente più suggestivo, pulita, coinvolgente. Il sito è piccolo, alcuni documenti scultorei sono interessanti. È circondata da un doppio giro di mura.
03 marzo. Da Valadolid attraverso Coba per Cancun percorriamo km 150 di strada ampia, poco frequentata, pochi piccoli paesi, non troviamo da mangiare. Coba è un sito molto vasto poco visitato, resta moltissimo da scavare, molte stele poco leggibili. Fa molto caldo. Di Cancun e del ritorno a casa non ho tenuto memoria.
Note: è disponibile il resoconto delle spese del gruppo dettagliato giorno per giorno. I dettagli dei luoghi visitati sono sicuramente meglio esplicitati nella guida. I luoghi visitati sono appuntati. Il percorso è sottolineato sulla carta geografica allegata così come nella guida.
Tre luoghi non descritti in questo diario ma che ho ben chiari nella memoria.
Abbiamo visitato un “cenote”, non riesco ad ubicarlo ad un luogo preciso, siamo arrivati dopo un luogo rettifilo. Trattasi di una grande pozza d’acqua sorgiva all’interno di una vasta grotta poco al di sotto del piano di campagna. Ricordo che siamo discesi per un lungo pendio e poi di alcuni gradini fino all’ingresso della grotta. Il cielo della grotta era letteralmente coperta di radici pendule degli alberi sovrastanti. Alcune toccavano l’acqua. La volta sarà stata alta una trentina di metri. Una folla di ragazzi nuotavano e si tuffavano da uno spuntone di roccia. L’acqua era fresca così come tutto l’ambiente rispetto alla calura esterna.
Il paese di Bécal è il paese originario dei cappelli di Panama, tessuti con foglie di palme e di agave. Un negoziante chiacchierando ci disse che Bécal grazie al commercio con l’Europa era ricca tanto da contare fra i suoi abitanti alcuni milionari. Anche qui una grande e ben arredata chiesa francescana.
Stavamo arrivando a Merida, il sole tramontava dietro ad una lunga collina alberata che ci impediva di discernere cosa succedeva tra gli alberi del pendio. Con il nostro andare, in auto, siamo entrati in zona d’ombra per abbiamo potuto vedere un numero incredibile di avvoltoi che si comportavano come fossero in passeraia. Stavano forse raccontandosi i fatti del giorno. Qua e là spuntavano le bianche teste di aquile.
Yucatan seconda puntata Viaggio in Messico. Yucatàn, 2008. Seconda puntata.
Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, numero 165