Ieri ho esposto il mio punto di vista sulla pandemia, ora aspetto gli sviluppi con il fiato sospeso. Nel frattempo consiglio di prendere visione di una informativa sul Corriere della Sera a pagina 32 “Le regole si rispettano” di Sergio Marari, sull’argomento.
Il raccontino proposto oggi è un’autocelebrazione.
Mio nipote Paolo ha lavorato nella mia azienda da quando è uscito da scuola, perito, fino al 2010, più di vent’anni, fino alla chiusura della stessa. Non ha avuto difficoltà a trovare lavoro, data la sua preparazione professionale. Ha lavorato per qualche anno in aziende similari. Ad un certo punto un’azienda produttrice di componenti elettronici, la Molex, multinazionale americana, ha offerto a Paolo di ricoprire il posto di responsabile di produzione. L’assunzione è avvenuta senza che sia stato sttoposto a verifiche di competenza per un ruolo così importante. Della cosa sono venuto a conoscenza attraverso terze persone all’interno della Molex.
Per capire l’arcano è necessario conoscere la storia della Molex. L’antefatto: ho lavorato dal 1946 al 1981 in Zedapa-Zetronic nella quale ho ricoperto il ruolo di direttore di stabilimento, c’erano 800 dipendenti. Entrata in crisi è stata rilevata dalla Molex che ne fece un’unità d’eccellenza grazie alla professionalità dei dipendenti, ridotti però a circa 150. Dopo più di vent’anni da quando ho lasciato la Zetronic il ricordo della preparazione tecnica che avevo profuso nelle maestranze era ancora vivo tanto che la direzione della Molex decise di assumere Paolo a scatola chiusa solo perché aveva lavorato alle mie dipendenze.
Questo fatto mi ha gratificato e confermato di aver lavorato non tanto e solo per la “giusta mercede”, ma per aver lasciato un piccolissimo segno del mio passaggio.
Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, numero 149