Siamo tornati a messa, è stata una sorpresa, tutti con la mascherina, ben distanziati. La funzione liturgica, ancora insolita, aiuta a vedere orizzonti normali e rimettere le caselline al loro posto aiuta l’equilibrio compromesso. L’epidemia continua il percorso di spegnimento, anche se rimangono costanti i decessi, oggi 72. I numeri espressi da India, Stati Uniti, Brasile rimangono spaventosi, a ricordarci che la storia non è finita, qualora ci fossimo illusi di poterci muoverci impunemente. Dobbiamo convincerci che il muoversi a qualsiasi titolo va ridotto al proprio orto, al massimo ai giardinetti del quartiere. Dobbiamo utilizzare al massimo le opportunità offerte dalla rete digitale finché i grandi focolai non entreranno in fase decrescente, fino a scendere sotto il fatidico Rt inferiore a 1. La totale sicurezza è lontana, non solo per la realizzazione del vaccino ma anche per il tempo necessario a mettere in sicurezza ogni angolo del mondo.
Voglio ricordare i tempi di evoluzione e cura dell’ AIDS, non ancora sradicato. Un aneddoto: nel 1997 fui ricoverato nella sezione infettivi dell’ospedale per un’infezione rivelatasi essere un Reumatismo Articolare Acuto. In una stanza accanto c’era un ragazzo con i sintomi dell’AIDS. Ricordo il cordone sanitario intorno al paziente, pur trovandoci in un reparto strettamente chiuso ad ogni contatto con l’esterno.
Propongo la lettura di un raccontino scacciapensieri. Libro II, numero 151 “Posina, campo scout 1948”.
https://nonnotoni.com/2020/06/posina-campo-scout-1948/