1955, settembre. Sono in viaggio per Francoforte sul Meno. A Milano cambio treno per proseguire per la Germania via Svizzera. Al finestrino osservo un facchino che mentre spinge un carrello mi guarda con sorpresa e grida “Antonio !!!” e io “Sandro!!!”. Salto giù dal treno e ci abbracciamo. Era un commilitone conosciuto a Palermo anni prima al centro di addestramento reclute. L’avevo rivisto a Catania l’anno successivo in uno dei miei giri alla scoperta della Sicilia durante il servizio militare.
Mi domando: come si è potuta creare una tale coincidenza? Io in quel treno, in quegli anni non ero un frequentatore delle ferrovie, e contemporaneamente la presenza di Sandro proprio su quel marciapiede e in quel momento…
2016, agosto. Compro il giornale all’edicola del Duomo. Faccio qualche metro e mi fermo a leggere i titoli. Ho accanto due uomini che stanno tessendo le lodi della reumatologa dott.ssa Favaro. Nulla di strano, se non fosse che la dottoressa è il medico che mi segue da quasi vent’anni per la mia malattia reumatologica.
Oltre che sorpreso anche stupito, ritenendo incredibile di essermi trovato proprio in quel momento, in quel posto ad ascoltare due persone che argomentavano su un fatto che mi riguardava sia pure marginalmente.
Una riflessione: se si potesse trascrivere il fatto con una equazione, quante sarebbero le incognite? Provo a enumerarle:
- io che compro il giornale, lo faccio raramente, di solito lo compra la Franca;
- io che leggo il giornale perché sono in anticipo per la messa;
- due persone vicino a me che parlano della dott.ssa Favaro;
- io che sono paziente della dott.ssa Favaro.
Si potrebbe aggiungere che non pioveva, forse non avrei letto il giornale per strada. Si può dire che è un problema di probabilità ma sembrano così improbabili che preferisco definirle frutto del caos.
Se i fatti esposti di cui ho memoria sono avvenuti nel breve arco della mia vita, quante coincidenze avvengono e sono avvenute nel tempo tra gli atomi che costituiscono l’universo, possono queste spiegare la vita, compresa la vita pensante dell’uomo? Se così fosse si potrebbe dire che fu creazione!
Nello stesso modo sarebbe spiegabile il perché ci sono uomini buoni e uomini cattivi. Sarebbero solo il risultato di una diversa, comunque casuale, evoluzione del caos. Ho letto, non so dove, che tutte le leggi di natura non sono altro che verità statistiche, costrette perciò ad ammettere delle eccezioni. Quindi rientrano nel caos? Un esempio: il cristallo di quarzo è un prisma esagonale secondo la legge di natura, ma in natura non si trovano mai due cristalli identici!
Se così fosse sorge un pensiero orrendo, la rupe Tarpea per i cattivi per indurre le probabilità in direzione degli uomini buoni. O anche questo rientra nel gioco delle probabilità/casualità?
Come spesso mi capita sto entrando nel labirinto del mistero o forse nell’inadeguatezza della mente. Per ora è necessario un pensiero “altro”, la fede. Anche questa però non è una strada liscia e in discesa. Pensiamoci su.
Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, nr. 115