Il professore di fisica ci parlò delle trasmissioni radio e di Guglielmo Marconi. Mi entusiasmai, con l’aiuto del professore mi procurai i materiali, non so cosa e come, non ricordo nulla della tecnica costruttiva. Sono riuscito ad ottenere dei fruscii: le voci dell’etere!
Finisce l’anno scolastico nel 1946 e abbandono l’impresa, anche perché non ho più il supporto del professore. Lavoravo in Zedapa, 10 ore al giorno, non mi rimaneva molto tempo. Inoltre avevo iniziato una nuova impresa, volevo diventare un atleta, mi viene da ridere, ero piccolo e tondo. Ciccio era il mio soprannome. Tutti i momenti a correre, quattrocentrista. C’era il capo dei trattamenti termici, il signor Lazzarini, che frequentava il Campo Littorio, ora Azzurri d’Italia, come allenatore e factotum, epigone fu Toni Franceschini, che mi dava suggerimenti e consigli. Anche questa avventura durò poco, stavolta per mancanza di struttura fisica davvero insufficiente. Non me ne feci un problema. Ne ho preso atto.
Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, nr. 141