Il nonno paterno non l’ho conosciuto e molto poco ne ho sentito parlare, neanche della nonna. So solo che erano parenti di quegli Zago che papà mi portava a salutare il primo giorno dell’anno quando avevo meno di 6 anni, era un avvenimento. Da adulto mi sono chiesto cosa ha dato il nonno, padre di mio papà, al figlio, di ricordi, esperienze o comunque sulle contingenze del tempo di quanto avveniva in quegli anni 1900-1920. Mio padre Gino è nato nel 1902 per cui nel 1915 allo scoppio della Prima Guerra Mondiale aveva 13 anni, appena adolescente. Nel 1916 aveva 14 anni e la mattanza di uomini era al culmine, Caporetto ne era l’espressione. Tutti gli uomini sopra i 18 anni reclutati. La canzone di guerra “Sul ponte di Perati” diceva “Bandiera nera – la meio soventù la va sotto tera”. Nel 1918 anche i più giovani vennero reclutati. I tosi del ‘900. La generazione di mio nonno ha dato al mondo la prima guerra mondiale! Non è cosa da poco.
Mio padre del 1902 scampò alla carneficina ma ebbe modo di vederla da vicino, anzi molto vicino, toccarla. Quanto segue sono ricordi molto molto labili, incerti. Sentiti a bocconi, casualmente, in osteria della zia Norma dove gli uomini si ritrovavano. Mio padre non mi ha mai parlato di queste cose. Per il teatro di guerra Padova era la città più importante, la più vicina al fronte dal Carso, dal Piave e dalle Valli dolomitiche che in esso confluivano, dal Brenta con la Valsugana, dall’altopiano di Asiago. In particolare da Caporetto a tutto il 1918 fu una continua fiumana di feriti, congelati, ammalati che scendevano dal fronte, venivano portati alla ferrovia più vicina e con i treni-ospedale portati verso sud. La prima sosta di questi treni era Padova, dove venivano scaricati gli uomini più gravi, i morenti. per essere ricoverati negli ospedali di emergenza.
Chi erano gli addetti ad accoglierli, aiutarli, rifocillarsi e trasferirli agli ospedali? Qualche anziano. ma principalmente i ragazzi dal 1901 in su, che avevano 16-17 anni. Quale fu l’impatto emotivo di convivere per giorni, settimane, mesi con tanta tragedia? Cos’è rimasto nel cuore, ancora bambino di quei ragazzi fatti crescere dalla contingenza a uomini? Cosa è rimasto loro? Sono convinto che neanche gli uomini in trincea hanno sopportato tanto sconvolgimento.
Facciamo un salto di una generazione, 25 anni: 1943. Siamo nel pieno della seconda guerra mondiale, anche questa una mattanza. Non parlerò dei milioni di morti, dell’atomica, della totale distruzione di nazioni intere: Germania, Russia, Francia, Italia, Belgio e Paesi bassi, Grecia, i Balcani, i paesi di mezzo dell’Europa, il Giappone eccetera, nonché dell’obbrobrio dell’olocausto e a seguire lunghi anni di sofferenze date dalle divisioni ideologiche.
Dirò solo un fatterello assolutamente insignificante rispetto a quanto scritto qualche riga fa, ma che indica quanto fossimo regrediti. Leggi “Mi sono sbottonato” pagina 56 “Acqua salata” https://nonnotoni.com/2020/04/acqua-salata/. Percorrere nottetempo chilometri per raccogliere acqua salata in laguna per condire il cibo. Perché nottetempo? Per non incorrere nella sanzione del monopolio.
La generazione di mio padre ha dato al mondo la Seconda Guerra Mondiale. È evidente che quanto ha vissuto mio padre nel trasportare quei feriti non è stato sufficiente a scongiurare la seconda mattanza!
Facciamo ancora un salto di 25 anni: 1970. Consci, scottati dal male provocato con la guerra, gli uomini sembrano mettere la testa a posto e sviluppano il boom economico, l’Europa unita, l’automobile non è più un miraggio, il benessere si espande, i figli proliferano. Ancora una volta lo zampino del demone si mette di traverso: 1968-1978. La Betti, mia figlia adolescente, Marco, Paola, Rita, la seguono. Ho creduto, sognato di dare loro benessere cultura e invece ho creato le condizioni per le lauree di gruppo e il 36 politico, alla scomparsa del merito, al diritto del tutto e subito. Forse la classe politica di questi tempi è il punto più basso di questa deriva iniziata in quel decennio. Ancora una volta non è di questo che dirò bensì di un fatterello minore: BR. Leggi “Mi sono sbottonato” a pagina 125 dove io, Don Chisciotte, ho creduto di cambiare il corso della storia! https://nonnotoni.com/2020/05/le-br/
È questo il rivolo che diventa ruscello con la morte di Aldo Moro, poi fiume con l’11 settembre 2011 e tsunami con la guerra in Iraq, la rivolta in Siria e l’ISIS nel suo insieme.
La mia generazione ha dato al mondo la ribellione dall’interno. Un tumore maligno per cui non conosciamo il vaccino.
Facciamo ancora un salto di 35 anni. 2005. (Le generazioni non sono più gradoni di 25 anni. Ma solo pochi figli e in ritardo). I miei nipoti hanno 10-15 anni, hanno il benessere, sono contenti?
La società attuale è il proseguimento della precedente, che lascia i giovani nello scontento, nell’insicurezza, con disparità sociali insopportabili. Nessuno ha memoria della storia e da essa non trae insegnamento. Sembra prevalere l’incompetenza più becera. Un esempio: Toninelli elogia i vantaggi ottenuti dai camionisti veneti a percorrere il tunnel del Brennero, non ancora costruito. Il Ministro, massimo responsabile delle infrastrutture tra le quali, i buchi, i tunnel! Si potrebbe perdonarlo se parlasse di emorragia nasale, materia non di sua competenza.
Non c’è nessun governante che abbia la lungimiranza del boscaiolo che pianta nuovi alberi con la certezza che non sarà lui a tagliarli e a goderne i frutti.
Con queste poche righe ho percorso più di 100 anni della nostra storia, ho conosciuto tante cose che dovrebbero insegnarmi il futuro.
Invece sono in confusione.
Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, nr. 114