Le frasi sotto elencate sono raccolte qua e là tra una calle, un Campiello, un ponte di Venezia. Esse sono l’essenza di una vita vissuta senza l’assillo dell’andare del tempo, del tornaconto, del definito, di tempi andati forse migliori. Ma forse no! Si dice che i numeri siano un’invenzione orientale ma Venezia, che di Oriente se ne intende, ha voluto completarli con aggiunte davvero geniali. Sono “coccoli”, si direbbe in triestino.
Elenchiamoli questi indici di quantità:
1. Il do-tre. Una frase/numero utilissima per l’acquisto del pane. Esempio “dame do-tre ciopete”.
2. Il tre-quatro. È il numero massimo di spritz prima di brancolare e di smettere di tenerne il conto. Esempio “me so ciavà tre-quatro sprissetti e sò andà in aseo”.
3. Il sete-oto è il numero perfetto per ordinare crostacei al mercato di Rialto. Esempio: “ti me dà sete-oto gamberoni?”.
4. I do ponti e na cae. Per misurare latitudini e longitudini e ogni distanza. Esempio: “vara che no xè lontan. Do ponti e na cae e te si rivà”.
5. La diesena, non è una semplice decina, il numero varia a discrezione del venditore. La diesena è un punto di domanda tra il nove e l’undici. Esempio: “Go magna castraure, e sarà stà na diesena”.
6. La sciantina o el fià, numero prossimo allo zero assoluto per richiedere un assaggino e farsi un’idea. Esempio: “me basta ‘na sciantina, demanco, eco: un fià massa”.
7. Il massa è quel numero che si usa per descrivere un eccesso considerevole. Esempio: “go bevù massa”. Oppure: “ghe xe massa casin, n’demo casa”.
8. La sbrancada. È la X in matematica dove per X si intende una quantità n contenuta in un Y = mani del venditore. Esempio “dame na sbrancada de quei, uno par sorte”.
9. N par-sorte. Per descrivere due quantità uguali per qualità differenti. Esempio: “damene uno par-sorte, damene do par-sorte, damene tre par-sorte eccetera”.
10. La sboconada. È il numero che definisce il morso di chi è già satollo, oppure vuole assaggiare il cibo in mano agli altri. Esempio: “ti magni pandoro? Na sboconada”. Oppure “ti vol na sboconada, vara che l’è bon!”.
Conclusione: dopo questa escursione numerico/linguistica uno può riappacificarsi con il mondo.
Toni Schiavon, “Mi sono sbottonato!” Libro secondo, nr. 176
Caro nonnotoni mi permetta di farle i miei complimenti per il suo modo delizioso di raccontare e raccontarsi?così leggero e allo stesso tempo profondo delicato..grazie per questo regalo che fa con discrezione a noi che abbiamo il piacere di leggere i suoi racconti?