diario dalla finestra di casa

14 maggio 2020

14 Maggio 2020

È giovedì. Sul fronte epidemiologico i dati sull’andamento sono stazionari, con tendenza al miglioramento. Fermo restando che il numero dei decessi non vuole scendere.

Le notizie di stampa sono dedicate alle tanto attese decisioni del governo di ordine economico, con la speranza che trovino rapida realizzazione evitando le molte trappole burocratiche. Anche perché la stampa riporti l’attenzione sul campo sanitario. Qui di seguito riporto la chiusura di un articolo, Corriere della Sera odierno, pagina 15, che riferisce sui test per la ricerca degli anticorpi del coronavirus. Questi test sono stati autorizzati anche ai laboratori privati, a pagamento. Speriamo non si metta in moto il business!

La conclusione dell’articolo così recita: “Il test positivo per ricerca anticorpi IgM IgG indica infezione avvenuta ma non equivale a protezione…”, “il test negativo per… non esclude la possibilità di infezione in atto anche in paziente asintomatico”. Allora a che cosa serve farlo? Solo ad illudere la gente a sentirsi falsamente protetta e a fare abbassare la guardia. È pericoloso. È compito dell’informazione sensibilizzare, se non lo fanno le istituzioni preposte!

Sono uscito, da giorni non lo facevo, per acquistare verdure in piazza alle bancarelle. Sono poche, con poca gente che acquista. Il fruttivendolo che frequento da anni, con le dovute cautele, mi diceva che la situazione è insostenibile: la merce rimane invenduta e marcisce, le restrizioni ostacolano. I clienti importanti sono spariti: ristoranti, comunità. Non sa cosa fare , è disperato, non vede una via d’uscita. A questo proposito ieri avevo scritto di uno studio sull’insostenibilità dei ristoranti ad adeguarsi alle normative precauzionali, altresì indispensabili. Tale scritto è stato cestinato delle mie figlie, una consulente letteraria, lettrice l’altra: troppo caustico, censurato.

Questo scritto recepiva lo stato d’animo del fruttivendolo e ne condivideva l’ansia. Sempre legato al tema ho ricevuto una foto via telefono che ritraeva il salone del ristorante del parlamento dove si vedeva il presidente del consiglio Conte e molte decine di parlamentari a pranzo in lunghe tavolate alle 19:07 di ieri. Vorrei tanto fosse un fotomontaggio, però se fosse vero sarebbe uno scandalo. Come si fa a non capire quanto dannoso è il cattivo esempio?

A seguito di una verifica è risultato che quella foto è dovuta una ricombinazione di fatti, quindi falsa. È documentato. Pertanto colgo l’occasione per sottolineare la malvagità di alcuni che nella tragedia di questi giorni cercano il consenso del popolo, indifeso dalla sofisticazione del digitale.

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