Ancora un giorno di stallo nella curva di picco del contagio. Rimandiamo a domani qualche interpretazione.
Oggi vorrei dirvi, a tutta voce, di un sentimento che ho forse sottovalutato. La nonna Franca continua ad essere irrequieta e non dorme la notte. Gli sforzi delle nostre figlie per individuare una cura utile si infrangono continuamente, nonostante l’intervento di un geriatra, via telefonica. Altri supporti medici non sono possibili data l’emergenza coronavirus in atto. Il geriatra, attraverso la Paola, la segue giorno per giorno. L’intervento della badante notturna si è rivelato inutile e dannoso. Perciò siamo in una fase assai critica. Da tutto questo emerge un atto di “amore genitoriale”, assolutamente uguale ma così lo chiamo per distinguerlo da quello che ho descritto in “Amor filiale” (libro secondo numero 125). Un amore che ho sempre sperato di avere ma che non ho dato ai miei genitori che ne avrebbero avuto merito. Spesso mi sono posto questo quesito senza trovarne risposta. Me ne rammarico.
Voglio descriverlo questo amore. Si tratta di più reti a maglie sempre più strette tese intorno a noi, papà e mamma, a proteggerci a tutti i costi da ogni difficoltà. Stamattina ho visto il volto della Paola stravolto dalla lunga notte non solo di veglia ma a cercare di calmare la nonna dai turbamenti che la malattia comporta. Ma la sua giornata di impegno è tutt’altro che finita. Ha dovuto liquidare la badante e riportarla al suo domicilio. Trattare con il geriatra una nuova strategia curativa e prepararsi per una nuova notte di assistenza. La Betti è a Padova da sei settimane costantemente dedicata a noi, con in più la consapevolezza di aver lasciato Maurizio convalescente da solo a Trieste. La Rita, comunque impegnata con il suo lavoro, presta assistenza e supporto in campo medico e logistico, e fa da buon collante per il trio: insieme hanno la responsabilità di decisioni non facili, cure mediche, badante, aiuti esterni, attrezzature, richieste normative e tengono sotto controllo tante altre cose di cui io ho certamente perso il conto. Hanno, con un lavoro di giorni, risistemato le stanze per ricavare uno spazio per una badante. E ancora, e questo è faticoso, giustificare a me vecchio incallito abitudinario, i cambiamenti imposti dalle contingenze. Potrebbero non tenere conto delle mie reazioni, conscie di fare il meglio per me. Con la nonna la cosa ancora più faticosa, perché in certi momenti è incontenibile.
Ho presentato il quadro della situazione e mi domando? Quanto grande è l’amore genitoriale che le sostiene? Me lo sono meritato? O è semplicemente il sentimento che alberga e che hanno coltivato nei loro cuori indipendentemente dai nostri meriti di genitori? Io penso sia così.
Un messaggio dalla mia amica Loretta su questo brano.
Tuo papa’ mi stupisce sempre per sensibilità e profondità di pensiero e capacità descrittiva dei fatti .. sembra abbia sempre fatto questo nella vita non posso che ammirare un uomo di questa profondità e rinnovarlo la mia stima..
E ricordarvi che voi siete figlie sue?e questo la dice lunga sul perché tanto amore genitoriale non è stato sprecato?
Caro Toni, ti sono vicina col cuore.State vivendo in una matrioska di difficoltà. Non so dire ma ad un certo punto qualcosa si modifica, cambia rotta e si ritrovano energie e speranza.Resisti e sappi che hai tre figlie uniche, pazzesche, sono il frutto di te e Franca. Mi dispiace tanto, a volte si vorrebbe bloccare, invertire la rotta che vedi buia e complicata. Avanti e cerca di immaginare momenti migliori di adesso.
Ti abbraccio Bertilla