diario dalla finestra di casa

30 aprile 2020

30 Aprile 2020

È giovedì. 47° giorno del mio diario coronavirus. Non avrei mai detto che sarebbe durato così a lungo, mi sto convincendo che dovrò conviverci per un bel po’. Attrezziamoci a resistere. I dati pandemici di aggiornamento giornaliero sono positivi, non eclatanti, comunque nella giusta direzione che dobbiamo mantenere dopo il 4 maggio. Incremento dei contagi 1%, decessi 323, erano 382 martedì. Questa situazione allenta la tensione, l’ansia. Di pari passo aumentano le diatribe politiche. Alcuni di questi attori continuano a tenere un tono di grida “alle armi alle armi” e a contraddirsi e giorni alterni. Come possono pensare di trovare un assetto politico diverso nel pieno di questo evento epocale di cui non c’è memoria nella storia? Neanche la spagnola nel 1918, che in due ondate ha fatto a stima di alcuni storici 100 milioni di morti, ha avuto un impatto tanto devastante, a causa del diverso contesto in cui avvenuto. Allora tutto rallentato nelle comunicazioni perciò la tragedia è stata assorbita nel tempo inconsapevolmente. Noi viviamo anche visivamente in tempo reale gli eventi: vediamo le bare trasferite altrove per le cremazioni. L’impatto è sconvolgente. La televisione è ovunque, anche nei luoghi più reconditi.

Da giorni non guardo con curiosità fuori dalle finestre/osservatorio, non vedono novità. Ho imparato a guardare il cielo da un punto di vista insolito. Finestra aperta, sdraiato sulla poltrona reclinabile sotto uno stretto di quadro di sole, ad accumulare vitamina D. Ma qui comincia l’incanto. Occhiali da sole per sopportare i raggi diretti. In quel riquadro di cielo vivono una miriade di oggetti: piccoli insetti volanti, ragni abbarbicati nelle loro ragnatele, piumini di semi di pioppo che brillano per pochi istanti alternativamente riflettendo il sole. Spostandosi alla rinfusa portati da refoli di vento entrano ed escono dalla visuale, sembrano mandrie di bufali spaventati o stormi di stornelli nei cieli romani dal volteggiare imprevedibile o semplicemente un cielo stellato in una ripresa accelerata. E ancora più in alto un piccolo stormo di rondini volteggia entrando e uscendo dal mio stretto angolo di visuale.

Ho dovuto diventare vecchio per fermarmi a guardare e a scoprire quanto è piena di vita l’aria che ci circonda.

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