diario dalla finestra di casa

27 aprile 2020, Padova

27 Aprile 2020

Finalmente il numero più importante che aspettavamo. Ieri i decessi sono stati 260 contro i precedenti sempre sopra i 400. Tutto concorre a ​​indicare la diminuzione della forza del virus. R0 si mantiene sotto il livello di guardia. In Lombardia ci sono ancora alcuni dati in controtendenza ma penso sia fisiologico data l’estrema virulenza del sito. Sorridiamo​!

Sono uscito di casa ben bardato, guanti e mascherina, ben distanziato, con il mio carrellino, per l’acquisto del giornale al Ponte Tadi, 50 m. Sole e aria pulita, le anatre che cercano vermetti nel limo sotto il pelo dell’acqua, tuffandosi con le zampe all’aria.

Sul bordo del marciapiede che limita l’argine la vigna di Gianni, il barista, ha germogliato. I grappoli sono lunghi 3-4 cm, con gli acini come capocchie di spillo, le foglie sono turgide. L’argine tra l’erba ormai alta è tutto un fiorire di petali variopinti. Tutto è sereno, pochissimi i pedoni, nessuna auto, l’unica con un poliziotto al volante che mi saluta con un bel sorriso, sembra tutto idilliaco. L’anomalo silenzio crea titubanza.

Resto in tema naturalistico. Michele, mio genero, mi ha mandato le foto della rinnovata sistemazione dell’orto-giardino, grazie anche alla disponibilità di tempo datagli dal coronavirus. Ma questo lavoro per anni l’ho fatto io: è stata una gradita sorpresa vedere che ci si continua a dedicare alla sacra cura della terra, a tenere contatto con i semi. Contemporaneamente ho capito che il Re della vanga è stato detronizzato. Evviva il nuovo re!

l’orto di Trieste

Subito mi è venuto in mente che già l’anno scorso avevo perso un altro regno, l’orto giardino di Trieste ben più vasto. Anche quello però oggi è molto più bello di come l’avevo fatto io. Ho capito la mia tristezza per quanto avevo perduto ma dentro di me ho avuto la conferma che la vita continua e meglio di come l’ho lasciata. Inoltre a me rimangono i ricordi delle mie fatiche per trasformare quei luoghi selvatici e rudi in ameni giardini. Qui lavori campestri mi hanno tenuto legato agli anni della mia infanzia che tanto fu impregnata di natura.

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