Oggi l’aumento dei contagiati ha fatto un balzo significativo in giù, 1,6%, era 1,9%. Accompagnato da altri parametri, primo fra tutti meno ricoveri in terapia intensiva. Però i decessi non scendono, tristemente, pertanto mestamente aspettiamo domani. In questi giorni di calamità è inevitabile pensare a “sorella morte”. Era già dal mattino di ieri che il pensiero mi seguiva.
Dopo pranzo andai a letto per il riposino e ho sognato. Ero alla scrivania e stavo scrivendo. Sentii come un vento, non era un vento fisico, era l’oblio che spegneva con dolcezza lo scorrere della penna: le parole si formavano sempre più lentamente, sembrava si compissero al ritmo della poesia “Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca”. Fino all’ultima sillaba, che finisce incompleta con un tratto irregolare fino a perdersi fuori pagina. Tutto era pervaso di serenità e benessere, non avevo mal di schiena, ero leggero, inconstistente, etereo, ero uno spirito, ero l’anima. Mi sono svegliato e mi sono detto: “Vorrei che mio passaggio fosse così”.
Mentre scrivo ho gli occhi umidi, sono emozionato a vedere la vita scorrere, sono un po’ triste perché vorrei più tempo per trasmettere i miei pensieri, i ricordi che continuano ad affiorare. Mentre scrivo continuo a dirmi quanto la mia vita sarebbe stata migliore se avessi potuto leggere le mie riflessioni ed esperienze. È evidente il paradosso: non avrei potuto trasmettere le riflessioni se prima non le avessi vissute. Mi piace però pensarlo!
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