Sentimenti

Un ringraziamento

14 Marzo 2020
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Ringrazio le mie figlie che hanno voluto fortemente questo libro.
Ho dato loro un cumulo di racconti affastellati, che hanno riordinato e corretto, non modificando minimamente la costruzione degli scritti, nel timore di cambiarne lo spirito. È stata la commozione più forte.
Grazie a mia moglie Franca per avermi costantemente esortato a scrivere. Grazie a Michele per la grafica e l’impaginazione, i suggerimenti e la pazienza. Grazie infine a chi mi ha aiutato a ritrovare qualche pezzetto di memoria smarrito e a chi mi ha prestato le sue fotografie.

© Antonio Schiavon 2018
Le fotografie sono di Antonio Schiavon, della sua famiglia, degli amici
Le fotografie in copertina sono di Michele Giotto
I disegni sono di Antonio Schiavon
Ringraziamo la Croce Verde di Padova per la gentile concessione
a pubblicare la foto a pagina 135 e Ilenia Bossi per il disegno a pagina 71
‘Pippo’ a pagina 89 appartiene a BAE Systems/Ron Smith copyright

Abbiamo utilizzato anche alcune immagini di cui non abbiamo potuto rintracciare gli autori,

per i quali restiamo a disposizione

Toni Schiavon ripercorre i tanti capitoli della sua vita con riflessioni e ricordi di episodi e curiosità molto toccanti. In questo viaggio della memoria Zedapa riveste una parte centrale, in cui emerge tutta l’umanità con la quale, in quegli anni, si vivevano anche i conflitti più forti. E quando qualcuno riesce a dare voce anche a coloro che voce non hanno, per ritrosia, per pudore o per mancanza di opportunità, le memorie condivise diventano per tutti anche un insegnamento.
Questo il messaggio che vuole dare l’autore nel suo volume.

I proventi derivati dalla vendita di questo libro sono stati interamente devoluti all’Associazione “Comitato Mani dell’Amicizia” per sostenere e promuovere “Toys?”, di Anna Piratti e Silvia Gribaudi, installazione artistica che è stata realizzata a Trieste il 20 aprile 2019 in piazza Cavana dalle ore 11.30.

L’opera d’arte TOYS? mette in evidenza come molte donne e bambine in tutto il mondo siano trattate come merce, vittime di violenza o trafficate da un paese all’altro come fossero giocattoli e si propone di affrontare temi quali l’educazione al rispetto reciproco, alla convivenza, alla cooperazione, alla cura dell’altro e si focalizza in particolare nei riguardi delle donne. L’artista Anna Piratti getta a terra ottocento bamboline nude in uno spazio urbano. Un modello unico di corpo plastificato, merce tra le merci. La scena è desolante, ma dura pochi istanti. Il focus dell’opera non è infatti la violenza, che già rimbalza prepotentemente ai nostri occhi ogni giorno, ma è la prossimità. Per aprire una prospettiva di rinascita l’artista invita i passanti a prendersi cura delle bamboline bistrattate, predisponendo pezzi di tessuto bianchi e nastrini rossi con i quali coprirle, vestirle, confortarle. Per poi adagiarle tutte insieme in un angolo della piazza, identificato come safe zone.

 

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