Mancano le campane. Così ci affidiamo ai diagrammi. Non ho altro a disposizione. La stampa ne mostra uno, i contagiati nei vari paesi del mondo. Di lato, poi, ci dice il numero dei defunti e dei guariti; a me pare che questi ultimi siano gli unici dati certi, sui quali sono possibili deviazioni marginali, se non dolose che penso non ci siano. Mentre i contagiati possono essere una danza di numeri perché la platea da cui si attinge è quanto mai aleatoria: Quanti tamponi vengono fatti? Quanti ammalati si trovano nelle abitazioni? E quanti gli asintomatici?
In ogni caso potremmo ricavarne una stima statistica, purché tutte le nazioni utilizzino gli stessi parametri di calcolo altrimenti le “curve” non sono confrontabili. Ho l’impressione di volermi sostituire agli esperti. Mi limito a dire che sono in ansia, incerto.
Fuori dalle finestre/osservatorio niente di nuovo. Ho un ricordo tratto da una lettura sul D-Day in Normandia: dalle feritoie dei fortini sul mare le sentinelle rilevavano “calma piatta prima del giorno fatidico”. L’inizio dell’inferno!
Il bel tempo imperversa quasi a burlarsi del nostro stato di reclusi.
Considerazioni ondivaghe.
Stamattina venendo a lavoro, per strada non c’era nessuno, qualche rara macchina, non ci sono bambini non c’è neanche la mia amica piccola che da 3 anni vedo tutte le mattine alle 7.15 che aspetta l’autobus della scuola, la mia bambina coraggiosa. Fa impressione non vedere le solite cose, fa impressione metterci così poco ad arrivare a Vicenza, fa impressione arrivare in ufficio e dover aprire i portoni dell’ufficio perché nessuno è andato a lavorare, ci sono solo io, sono da sola. Il primo quarto d’ora lo passo a pulire con l’alcool tutte le superfici, le chiavi, le maniglie, gli interruttori, poi mi siedo faccio il caffè e comincio la giornata. Le cose positive però ci sono. Innanzitutto il lavorare da casa, l’essere obbligati a prendere ferie, ci ha permesso di seguire al meglio la nonna in questo momento difficile per tutti. La natura non si è fermata gli alberi sono in fiore fra un po’ arriveranno le rose anche se mancano ancora 2 mesi a maggio, tutto ci fa sperare che ne usciremo, fra un mese fra due, chi sa, ma ne verremo fuori e ne verremo fuori sicuramente più forti, sicuramente diversi, sicuramente con un altro spirito. Ci conto.
Quello che è certo è che ho capito una cosa: sono stufa di venire a lavorare, vorrei proprio stare a casa! Buona giornata a tutti.